TRENDS

In viaggio con gli assistenti intelligenti

Uno scenario futuribile del turismo

Internet e gli smartphone hanno stravolto l’industria del turismo. Ma cosa succederà d’ora in poi? Non possiamo certo presumere che la digitalizzazione sia già terminata e che tutto si stia nuovamente stabilizzando. Al contrario, ci aspettiamo che gli assistenti intelligenti plasmino il turismo così come hanno fatto gli smartphone. Con assistenti intelligenti ci si riferisce a “partner” digitali che comprendono il linguaggio naturale, mettendosi a nostra disposizione come fossero coach o consulenti. Sono sempre con noi, non solo durante un viaggio, e, dunque, conoscono i nostri interessi e preferenze. Per l’utente, diventano una sorta di agenzia viaggi personale, un navigatore, un traduttore, una guida turistica e si fanno carico dei compiti amministrativi, come l’acquisto di un biglietto o il check-in. Per i fornitori, invece, sono un ottimo strumento di digitalizzazione dei propri servizi che così possono essere meglio personalizzati e valutati. Pertanto, per non risultare invisibili, è necessario rendere digitalmente leggibili tutti i servizi, che si tratti di un menu, della disponibilità delle camere in albergo, dei tavoli al ristorante o dei posti auto, come anche dei tempi di attesa presso una funivia e molto altro. A tal proposito, le OGD (Organizzazioni di Gestione della Destinazione) supportano i fornitori di servizi, aumentando la loro visibilità a livello digitale.

È evidente che gli assistenti più utili sono quelli che sanno tutto sul nostro conto e che, quindi, sono in grado di recuperare ogni dato su di noi e sul maggior numero di persone. La situazione diventa, però, critica nel momento in cui le informazioni raccolte, provenienti da diversi ambiti della vita dei soggetti interessati, violano la protezione dei dati personali nonché la privacy […]. Tuttavia, poiché tale trend è destinato ad affermarsi con forza, è chiaro che non si deve attendere una svolta tecnica per ovviare al problema. Oggi, per aumentare la propria visibilità, è necessario rendere la destinazione leggibile da una macchina. Così facendo, si gettano sempre più le basi per l’utilizzo degli assistenti intelligenti.

Ma come si digitalizza il proprio territorio? In primis, bisogna decidere quali caratteristiche locali si intende digitalizzare, per poi passare alla generazione o acquisizione dei dati, nonché alla loro fusione. Non si tratta soltanto di definire gli standard ma anche di applicarli il più possibile, al fine di renderli utilizzabili dai programmatori di app o assistenti intelligenti.

Infine, i dati creati possono essere impiegati in tre modi diversi. È possibile esaminarli come risorsa preziosa e riutilizzarli solo attraverso determinati canali, come siti web e app, oppure trasferirli a terzi, ad esempio a piattaforme come Booking.com. O ancora, possono essere classificati come open data. Quest’ultimo approccio sembra essere il più promettente, dal momento che il mercato degli assistenti intelligenti non è ancora riservato a una nicchia specifica di grandi attori. Non si sa chi prevarrà, ma attraverso l’open data la trappola del monopolio può essere aggirata. L’utilizzo di open data rende la destinazione visibile a tutte le macchine, anche agli assistenti decentralizzati […]. È importante comprendere che i dati aperti necessitano di un linguaggio comune, di uno standard comune (paragonabile allo standard HTML) ma non di un aspetto comune come potrebbe essere quello di un sito web o di un’app. Che si rispettino o meno queste indicazioni, un modello verrà comunque predefinito… con la sola differenza che non sarà fatto di comune accordo, bensì imposto da un’azienda della Silicon Valley.

Questo articolo è un estratto di uno studio svizzero, Unterwegs mit smarten Assistenten (In viaggio con gli assistenti intelligenti), condotto dall’Istituto Gottlieb Duttweiler su incarico della Conferenza dei direttori degli enti regionali svizzeri del turismo. Lo studio completo è disponibile all’indirizzo www.gdi.ch/tourismus