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La forza della famiglia e il valore aggiunto dell’Alto Adige

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L’emergenza coronavirus ha portato con sé drastici cambiamenti. Presentiamo il punto di vista di albergatori affermati, che raccontano come hanno affrontato la situazione di incertezza e cosa hanno appreso da questa crisi, infondendo allo stesso tempo anche speranza in una ripartenza di successo.

Christian Goller
Santre Dolomythic Home,
Hotel Gasserhof
(Sant’Andrea/Alto Adige)

La Sua è una struttura a conduzione familiare: come avete superato le sfide del coronavirus all’interno della famiglia?
È stato un anno intenso per ciascuno di noi. Ciò che ho apprezzato particolarmente è stato il tempo che abbiamo potuto trascorrere tutti insieme: nulla è più stato dato per scontato. Inoltre, nel 2020 ci siamo dovuti abituare a nuovi ritmi: siamo sempre stati grandi lavoratori, per cui è stato davvero insolito non poter svolgere tante attività, ma non avevamo altra scelta che imparare a gestire questa situazione. Ci siamo sempre incoraggiati a vicenda e, in fondo, sapevamo che solo rimanendo uniti avremmo potuto superare quel periodo buio. La salute e la famiglia sono doni inestimabili, e solo da essi deriva il vero successo.

Prima dell’emergenza sanitaria, Lei aveva già avviato il nuovo progetto alberghiero del Santre Dolomythic Home. Come riesce a rimanere così motivato nonostante le circostanze avverse?
Sono una persona lungimirante e credo nel successo a lungo termine. Sono convinto che l’Alto Adige rimarrà, anche in futuro, una delle destinazioni turistiche più importanti dell’Europa centrale. Si tornerà a viaggiare e a trascorrere le vacanze altrove, l’unica incognita al momento è cercare di capire come rendere possibile tutto questo. Dal mio punto di vista, l’Alto Adige potrebbe trarre vantaggio da questa situazione straordinaria: ai viaggi in aereo e al turismo di massa, si prediligeranno sempre più destinazioni tranquille e poco affollate, esattamente come le località del nostro territorio.

Cosa La entusiasma particolarmente del Suo nuovo progetto?
Mi affascina il fatto di poter mettere in pratica ciò che finora è stato solo teorico. In più, ritengo sia una sensazione indescrivibile poter creare qualcosa di nuovo insieme ai miei due fratelli. Questo periodo ci ha permesso di dedicare tanto tempo al Santre Dolomythic Home, in altre circostanze non sarebbe stato possibile. Tuttavia, sono consapevole che attualmente regna l’incertezza e che non sarà semplice portare a termine il progetto, ma abbiamo un bel team dalla nostra parte e siamo ottimisti.

Lei è molto legato alle tradizioni. Come affronta il continuo avanzamento del processo di digitalizzazione?
Tradizione e digitalizzazione non devono necessariamente escludersi a vicenda. Al contrario, vedo il progresso tecnologico come una grande opportunità per ottimizzare i processi operativi: basti pensare al check-in online che ha alleggerito il carico di lavoro del personale alla reception. Inoltre, abbiamo potuto anche avviare la nostra nuova app dedicata agli ospiti: era nella nostra to-do list da parecchio tempo e finalmente ci siamo riusciti. Tuttavia, le nostre tradizioni non vengono mai meno ed è ciò che viene più apprezzato dagli ospiti: da noi trovano l’autentica cultura dell’ospitalità, quella fatta di incontri… un aspetto tipico dell’Alto Adige.

Questa intervista è stata realizzata il 09.02.2021.

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