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L’emergenza ci ha unito

L’emergenza coronavirus ha portato con sé drastici cambiamenti. Presentiamo il punto di vista di albergatori affermati, che raccontano come hanno affrontato la situazione di incertezza e cosa hanno appreso da questa crisi, infondendo allo stesso tempo anche speranza in una ripartenza di successo.

Michaela Duftner
Hotel Böglerhof
(Alpbach/Tirolo, Austria)

Il vostro hotel a conduzione familiare, circondato dai meravigliosi paesaggi della valle austriaca Alpbachtal, accoglie gli ospiti sin dal 1933. In tutti questi anni, si era mai verificato un blocco come quello dato dalla pandemia?
Fu il nonno di mio marito ad aver rilevato l’hotel nel lontano 1933. A quel tempo, superato il periodo post-bellico, l’attività andava ogni giorno sempre meglio. Finora, quindi, mai avevamo vissuto un simile stato di paralisi come quello dato dalla pandemia. Inoltre, è subentrato un forte senso di incertezza, che ha stravolto le nostre vite. L’anno scorso, ad esempio, abbiamo trascorso le festività natalizie in una maniera del tutto impensabile per noi che consideriamo il Natale e il Capodanno ricorrenze davvero speciali e che le abbiamo sempre condivise con i nostri ospiti. Quell’atmosfera così magica ci è mancata molto. Tuttavia, ci ha davvero commosso ricevere dei biglietti di auguri dagli ospiti così come alcuni lavoretti realizzati dai figli di alcuni di loro. Abbiamo constatato che la nostra dimora è un luogo significativo anche per altre famiglie, il che ci ha dato la forza di andare avanti.

In questa zona si trova il Congress Centrum Alpbach, sede di numerosi congressi come il noto European Forum Alpbach. Cosa è cambiato in seguito al coronavirus?
Non poter realizzare questo prestigioso evento è stato un duro colpo per tutta la valle. L’European Forum vedeva numerosi accademici, politici, esperti di settore e scienziati arrivare da tutto il mondo. Per oltre due settimane, Alpbach veniva animata da un’energia travolgente. Con la pandemia, poi, appuntamenti come questo si sono trasferiti su piattaforme digitali oppure hanno assunto modalità ibride. Così facendo, è sempre possibile continuare a scambiare informazioni e conoscenze, ma viene meno l’interazione interpersonale, quel networking che ha un valore insostituibile.

Parliamo di “workation”. Da diversi anni, al Böglerhof è possibile unire lavoro agile e vacanza. Ritiene che questa sia una tendenza che si affermerà sempre più?
È da tempo che riscontriamo negli ospiti, specie internazionali, la crescente necessità di conciliare il lavoro e il relax. Per questo motivo, abbiamo incrementato i nostri servizi in tal senso: mettiamo a disposizione spazi tranquilli che dispongono di un’eccellente connessione Wi-Fi e garantiscono una certa privacy. Con il coronavirus, molti hanno dovuto spostare la propria postazione dall’ufficio a casa; dunque, l’idea di lavorare in un luogo diverso dal solito ambiente non è più una novità. A mio avviso, decidere di dedicarsi attimi di spensierato benessere post-lavoro diventerà un trend sempre più ordinario.

Come riesce a guardare al futuro ancora con fiducia?
Poter tornare a viaggiare è un bisogno di tante persone. Credo che ci si godrà appieno la libertà di andare in vacanza. Noi non vediamo l’ora di ricominciare. Qui in hotel, abbiamo unito le forze, sia del nostro team che della famiglia: ci siamo incoraggiati a vicenda e siamo riusciti a fare davvero squadra. Inoltre, abbiamo colto l’occasione di trascorrere più tempo assieme agli affetti più cari: è stata un’autentica fonte di energia, ci ha motivato ad andare avanti e a pensare a nuovi progetti da realizzare.

Questa intervista è stata realizzata il 19.03.2021.